giovedì 16 luglio 2009

76 licenziamenti a Secondamano, Milano sciopera

Editoriale Secondamano srl: la nuova proprietà ha avviato i licenziamenti collettivi per 76 lavoratori e lavoratrici su 161 dipendenti.
No ai tagli drastici della occupazione.
Si a strumenti alternativi per salvare la occupazione come i contratti di solidarietà e la cassa integrazione con la salvaguardia del reddito.

Oggi sciopero di un 'ora dalle 11,30 alle 12,30 con assemblea nel parco in fianco alla sede (la direzione non ha concesso la sala). Domani tocca alla sede di Torino con 4 ore di sciopero

La procedura aperta prevede di fatto la chiusura della sede a Torino con 33 licenziamenti su 37 presenti e a Milano 43 licenziamenti su 124 dipendenti. La nuova proprietà ha ereditato dal gruppo Schibsted (norvegese) una situazione aziendale delicata e complicata nonostante negli ultimi 18 mesi oltre 50 persone abbiano lasciato l’azienda…
La necessità di abbandonare e/o ridurre alcune funzioni online o altre superate perché legate alle necessità della multinazionale deve portare ad un confronto sul piano di rilancio della storica testata.
Il piano dovrà tenere conto delle attività utili e necessarie, il ripristino e /o il rilancio di attività abbandonate e la ricerca di nuove attività per dare stabilità ai prodotti, all’azienda e alla occupazione.
La grave crisi generale che si somma alla crisi aziendale non può e non deve portare alla soluzione estrema dei licenziamenti di cui alcune forze sindacali compresa la CUB chiedono la sospensione o il blocco degli stessi.
La Costituzione prevede un ruolo sociale delle aziende che si dovrebbe vedere nei momenti difficili con azioni che evitino tagli occupazionali.
Le leggi esistenti prevedono la salvaguardia occupazionale attraverso i contratti di solidarietà e/o la cassa integrazione a rotazione a cui si può aggiungere percorsi di formazione e riqualificazione.
Ma il futuro va gestito con il passaggio da posto di lavoro a posto di lavoro.
A maggior ragione ciò va attuato in un‘azienda con prevalenza di lavoratrici donne (circa 80% e con il 37% di dipendenti a part time).
Governi, istituzioni e sindacati chiedono e si appellano alle azioni necessarie per far uscire l’Italia dagli ultimi posti per la occupazione femminile. Quel che serve sono fatti concreti che non lascino sulla strada lavoratrici e lavoratori.
Andremo all’incontro in Unione Grafici il 17 luglio per portare queste ragioni ma senza la lotta non ci regaleranno nulla. Lanciamo un appello ai nuovi proprietari (che posseggono a Roma Porta Portese, a Napoli Bric a Brac e a Genova Affari) ad evitare la mano pesante e a trovare soluzioni alternative ai licenziamenti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto! i licenziamenti non risolvono nulla devono essere mantenuti i lavoratori specialmente in un momento di crisi come questo. Altrimenti l'acquisizione di Secondamano ha altri scopi?????????
Non mi fido della nuova proprietà. I lavoratori devono lottare per non farsi licenziare, lottare ad ogni costto

Anonimo ha detto...

Ma nessuno si è chiesto perchè 3 editori italiani si sono fatti carico di rilevare una azienda con un passivo di 14 milioni di euro e con 170 dipendenti circa? La mia opinione e che è soltanto una messa in scena ben architettata per fare quanto Shibsted voleva fare e non ha potuto fare e attraverso meccanismi sommersi sta facendo fare alla nuova proprietà (se così vogliamo chiamarla) credo che l'attualeproprietà abbia l'intenzione di fare il lavoro sporco per altri per poi intascarsi una bella somma di danaro. Credo che i sindacati e le autorità competenti, Guardia di Finanza compresa dovrebbero approfondire la cosa per smascherare questa manovra assolutamente evidente.