domenica 11 luglio 2010

Marzorati di Brugherio: lettera aperta a Emma Marcegaglia

Lettera aperta a Emma Marcegaglia e alle Associazioni Imprenditoriali

Siamo lavoratori e lavoratrici della Marzorati Trasmissioni Industriali dell’operosa Brianza e vorremmo chiederVi un parere e/o un intervento per salvare un’azienda storica che rischia di diventare (temporaneamente) un reparto staccato della Cina finchè là non saranno in grado di produrre con qualità.
La famiglia Marzorati per tre generazioni (dal 1938) ha condotto la produzione di trasmissioni industriali di qualità che fanno girare le funivie, alzare il tettuccio della Ferrari e molti impianti industriali (Pirelli, Daniela, Sms Meer, Demag-Innse, Brevini, ecc.) non solo nel nostro paese.
Tempo fa con i soliti piani di ristrutturazione hanno ottenuto la possibilità di speculare nel centro di Brugherio e trasferito l’azienda con agevolazioni in una zona industriale… senza mantenere le promesse dei 48 posti di lavoro, devono un centinaia di migliaia di euro al Comune e le banche hanno fatto la parte del leone.. tant’è che avrebbero deciso la cessazione della attività.
La società dal gennaio 2010 ha superato la cassa integrazione ordinaria e in questo periodo di crisi ha chiuso ogni fine mese senza riuscire a consegnare gli ordini in portafoglio solo per difficoltà finanziarie.
I 23 dipendenti attuali sono sotto la minaccia di un piano di cessazione dell’attività e per ora la unica proposta (ancora non ufficiale) è quella di un terzista che da oltre 20 anni produce in Cina che sarebbe interessato a rilevare solo la officina (circa 12 lavoratori).
Il problema non è solo la perdita del 50% degli organici che in questo caso vuol dire una decina di posti ma sempre di uomini e donne in carne ed ossa che hanno diritto al lavoro e al futuro. Quello che vogliamo sottoporre alla Vostra attenzione è la scelta a cui siamo di fronte: lasciar chiudere, decapitare una azienda e avvallare la trasformazione in un reparto staccato per la produzione.
Si perderebbero per sempre progettazione, venditori, ecc. con le capacità ed esperienze accumulate.
La cosiddetta libertà di impresa può arrivare sino alla distruzione del futuro di un impresa e delle capacità e professionalità frutto di decenni di attività e di sacrifici dei lavoratori? L’art. 41 ha consentito finora ai proprietari di fare quello che hanno voluto.
Ma ora quello che è in gioco è la cancellazione di un impresa, di un azienda per un reparto di produzione dal futuro incerto.
E’ in corso un confronto con le istituzioni locali (comune e provincia) per tentare di trovare una soluzione positiva che dia continuità alle attività e alla occupazione.
La proprietà attuale non ha rispettato gli impegni, ora decide di ritirarsi ma non può e non deve decidere di mandare al macero un azienda.
Ci aspettiamo un contributo di idee e un intervento attivo per la salvaguardia.. del patrimonio produttivo e occupazionale esistente
Non accetteremo che venga ammazzata o smembrata un azienda che ha gli ordini in pancia.

Lì, 23 giugno 2010
Walter Cimini e Dario Sguersini RSU FLMUniti-CUB e USB Lavoro Privato

Marzorati di Brugherio: le proposte dei lavoratori

Comunicato sindacale

La assemblea dei lavoratori Marzorati Trasmissioni Industriali riunita il 15 giugno 2010 invita la direzione a ritirare la procedura della cassa integrazione per cessazione di attività e alla definizione degli accordi necessari.
La assemblea invita le parti ad aprire un confronto che dia prospettive e continuità alle attività aziendali e alla occupazione e tenga conto delle eventuali commesse provenienti da Curti (Cina?).
Il piano presentato non è una base per un accordo.
La richiesta al nuovo imprenditore è quella di un nuovo piano industriale che non butti via occupazione, professionalità ed esperienze cancellando una realtà vitale e in grado di stare in piedi con l’obiettivo di evitare i licenziamenti. Di fronte ad eventuali cali di lavoro potranno essere utilizzati ammortizzatori sociali come i contratti di solidarietà e la cassa integrazione.
La assemblea protesta contro il ritardo nei pagamenti degli stipendi e sollecita la società ad un pronto pagamento considerando inaccettabile legare il ritardo all’accettazione del piano deciso unilateralmente dalle società.
La assemblea vista la difficile situazione decide lo stato di agitazione.

martedì 22 giugno 2010

CUB Informazione: si riuscirà a fare congresso democratico e far decidere gli iscritti? O si va avanti con i colpi di mano?

Il comitato direttivo CUB Informazione sulla base delle decisioni precedenti e in considerazione della straordinaria situazione determinatasi con il tentativo in atto con riunioni (autoproclamatesi congresso) organizzate da una sola parte impedendo agli di fatto il confronto sulle diverse opinioni e proposte si decide in via eccezionale che gli iscritti che dimostreranno di esserlo) potranno partecipare direttamente alla riunione congressuale del 25 giugno che si terrà nella dello Spazio Tadini in via Jommelli 24 a Milano a partire dalle ore 17,00 e sabato 26 dalle 9,30 in poi in poi a seguito della manifestazione e dello sciopero che coinvolgerà lavoratori e delegati. Il direttivo eletto ed in carica è quello al congresso di Sirmione e perciò sono invalide e inefficaci le nomine di altri componenti nel direttivo nazionale e ad altri livelli con il che non sarà accettabile alcuna sostituzione dei gruppi dirigenti senza un confronto democratico nel quale gli iscritti decidano il futuro delle scelte per la organizzazione e i gruppi dirigenti. Ribadiamo le tesi sostenute fin da prima del congresso di Sirmione che è quella di partecipare attivamente al superamento del settarismo e della frammentazione del sindacalismo di base e delle aree che si rendono disponibili alla costruzione di un alternativa ai sindacati complici. Consideriamo perciò la nascita di USB solo un primo passo utile e invitiamo le altre categorie della CUB a decidere di partecipare al processo di confluenza organizzativa e/o in ogni caso a produrre una iniziativa che si renda disponibile a superare la logica del distinti e distanti a favore di processi condivisi e definiti per un patto federativo e un patto unitario di azione nelle lotte.
La finanziaria e l’accordo Fiat come la legge bavaglio sono sintomi della gravità della situazione e della necessità di ridare un ruolo a lavoratori e lavoratrici per la costruzione dell’alternativa e della resistenza che come dimostrano il movimento Notav o la lotta che ha portato al ritiro del progetto del contratto di primo impiego in Francia passano attraverso una aspra discussione delle divergenze ma soprattutto dalla capacità di rispondere e lottare uniti.
E’ necessario superare i colpi di mano avvenuti con sostituzioni arbitrarie mentre proponiamo un confronto e una elaborazione comune di proposte per favorire la ripresa di un cammino unitario nel sindacalismo di base e in caso di necessità anche delle proposte utili per la separazione consensuale delle varie realtà CUB ma che abbiano come base la democrazia, la verifica con gli iscritti e il superamento del contenzioso legale in caso contrario la democrazia borghese diventa una salvaguardia dei diritti. A tal proposito ribadiamo come base comune la necessità di salvaguardare per iscritti e delegati la continuità dei diritti, le proposte di azioni congiunte (vedi elezioni RSU e/o firma plurale di accordi sindacali, ecc.), la presenza nel Cnel ad uso comune per il sindacalismo di base, unificazione di servizi e sedi??, lavoro comune nei gruppi e coordinamenti aziendali, campagne comuni (vedi quella in corso sull’acqua che tutti sostengono ma al momento del referendum il coordinamento dei sindacati di base potrà giocare un ruolo importante; accordo Fiat e risposte comuni possibili, ecc.).

Approvato (22 giugno 2010): Pedrini, Bartolozzi, Giorno, Gorgatti, Iacovino, Montauto,Visentin.

martedì 1 giugno 2010

29 maggio riunione allargata per un chiarimento

Ai richiedenti il direttivo nazionale straordinario CUB Informazione
Al Comitato direttivo nazionale, locali, organizzazioni CUB, attivisti/e e iscritti/e.

Una riunione può essere utile e sentiti i componenti del direttivo in carica una delegazione si rende disponibile ad un confronto il 29 maggio 2010 presso la sede di V.le Lombardia 20 Milano.
E’ necessario precisare che la richiesta secondo l’art 7 dello statuto così come pervenuta è da considerarsi nulla e irrituale infatti i firmatari che si autodefiniscono nella funzione de “I componenti il Direttivo Nazionale: Paolo Sozzi- Stefano Capello- Antonio Di Simone -Mario Carucci- Raffaele Salvato- Marcelo Amendola- Giuseppe Fiorito” non sono parte del Comitato direttivo in carica.
E quindi non hanno nessun titolo per convocare il comitato direttivo né per sfiduciare il Segretario Generale (tanto più che lo statuto non prevede affatto che il Segretario Generale regolarmente eletto possa essere “sfiduciato da chicchessia”) .
Alcuni dei richiedenti la riunione straordinaria risultano dal sito www.cub.it nominati in riunioni locali avvenute al di fuori delle previsioni statutarie. La convocazione e la gestione delle suddette riunioni locali senza il contraddittorio delle due posizioni non hanno rispettato il dettato statutario impedendo agli iscritti la conoscenza e la possibilità di scelta democratica e quindi non possono essere definite congressi. Un esempio per tutti/e: Roma è sicuramente cresciuta in termini di iscritti ma ciò non autorizza il funzionario sindacale a tenere nascoste le divergenze e impedire il confronto con i nuovi iscritti.. ai quali comunque toccherebbe il diritto di scegliere. L’aumento delle iscrizioni non autorizza a violare i regolamenti e men che meno a convocare una riunione in pochi giorni, autodefinirla congresso e sostituire segretario generale, sostituire il direttivo o nominare nuovi membri al direttivo nazionale, ecc. Il rovescio della medaglia vale per qualche decina di neo iscritti della ditta Pikappa di Milano dei quali sarebbe sbagliato pensare che la debbano pensare come me e dei quali non voglio annettermi il loro sostegno senza averli sentiti in un contraddittorio. Il percorso congressuale straordinario nato male sulla base di una forzatura è stato accettato dal direttivo in carica anche se finora nessuna disponibilità ad una gestione democratica è emersa continuerò a cercarla con tutti i mezzi. Non è mia intenzione abbandonare il confronto sul piano democratico e perciò la ricerca di regole congressuali, della gestione e di date concordate che danno a tutti/e gli/le iscritti/e la possibilità di scegliere secondo i tempi statutari è elemento decisivo. Qualsiasi cosa succeda diritti per lavoratori e delegati non debbono essere compromessi. A presto,

lì, 27 maggio 2009 Seg. Generale Angelo Pedrini

giovedì 6 maggio 2010

Milano: Congresso provinciale CUB Informazione

Caro/a iscritto/a sei invitato/a
al congresso milanese del sindacato CUB Informazione che si terrà
l’ 8 maggio dalle ore 10 alle 14 circa a Milano in viale Monza 160 (MM1 Gorla) presso la sede dei Cobas.
o.d.g.: bilancio attività e proposte, relazione sulla posizione 1 e relazione sulla posizione 2, interventi degli invitati, dibattito e votazioni documento/i e delegati al congresso nazionale del 25 giugno e organismi.
Il congresso straordinario del sindacato CUB Informazione è importante per decidere insieme come:
- andare avanti per costruire un'alternativa sindacale e trovare le iniziative per aggregare nella categoria i lavoratori insoddisfatti e contrari alle politiche sindacali Cgil, Cisl e Uil;
- portare avanti con iniziative unitarie e di lotta le richieste definite dal Patto di base su cui abbiamo scioperato e quelle decise il 10 aprile a Parigi dal rinato “tentativo” di Rete Sindacale Alternativa Europea che è stato sottoscritto da organizzazioni sindacali di Francia, Spagna, Germania, Gran Bretagna, Svezia e fra queste 6 sindacati di base Italiani (Cobas, Cub, Cib-Unicobas, Sdl Intercatgoriale, Rdb, Usi);
- costruire forme di resistenza alla crisi, alle casse integrazioni e licenziamenti e che diano prospettiva di occupazione e di difesa del reddito;
Su molti problemi i sindacati di base e la CUB hanno idee vincenti ma in questa fase sono di difficile realizzazione. E a questa difficoltà si aggiunge la frammentazione, le divisione e il settarismo che rende difficile far pesare le forze.
Coscienti che dalla situazione difficile non si esce restando paralizzati ma cercando strade nuove, come Cub Informazione, abbiamo partecipato, fin da Sirmione (congressi del cosiddetto privato della CUB) e in occasioni successive, al tentativo di far nascere un nuovo soggetto sindacale che ha smosso le acque nello stagno del sindacalismo di base. Infatti Sdl Intercategoriale sta realizzando un congresso per far nascere USB (Unione Sindacale di Base) insieme a Rdb e parti delle “U” della CUB. Al processo unitario nuovo sono disponibili e attenti anche Snater e Slai Cobas. Questo processo unitario non convince tutti tant’è che le cosiddette “organizzazioni della CUB” (una nuova firma che raccoglie l’area che resiste e non vuole partecipare alla fondazione di un nuovo soggetto) hanno deciso di tagliarci fuori dall'assemblea nazionale di ottobre 2009 ed hanno operato per costruire un congresso straordinario della CUB Informazione per riportarci volenti o nolenti a cambiare posizione. E quindi siamo di fronte ad un bivio che va gestito democraticamente ma soprattutto che non deve pregiudicare per nessun lavoratore e in nessuna azienda i diritti acquisiti. I lavoratori iscritti alla CUB Informazione hanno aderito alla nostra organizzazione perché pensavano di aver trovato il sindacato di base alternativo. La presenza in Italia di una decina di sindacati di base rende evidente che la strada è in salita e non siamo all’arrivo. Perciò nelle prossime settimane e mesi ognuno si troverà a scegliere se restare dov’è (la CUB, comunque, non sarà più la stessa senza RdB, Varese, ecc.) o partecipare a costruire il nuovo soggetto che nasce il 22 e 23 maggio a Roma (USB – Unione Sindacale di Base) o altro ancora. Ricordiamo che con il 10% di iscritti è stato chiesto un congresso straordinario ma che era già stato indetto dalla maggioranza del direttivo milanese per l’8 maggio e invitiamo tutti/e a partecipare.
Lì, 2 maggio 2010
x direttivo Milanese: Lara Visentin, Giorgio Gorgatti, Angelo Pedrini, Sonia Montauto

lunedì 5 aprile 2010

CUB Informazione di Milano 8 maggio 2010 al congresso

Caro/a iscritto/a
Il sindacato CUB Informazione va al congresso:
Il direttivo nazionale ha deciso che si tenga il 25 giugno (vedi il verbale sotto riportato) il congresso nazionale in sede da definirsi.

Mentre il congresso milanese si terrà l’ 8 maggio secondo la decisione presa a maggioranza il 20 marzo scorso.
Sappiamo che nel corso degli ultimi giorni è stata promossa una raccolta di firme tra gli/le iscritte per chiedere la convocazione di un congresso straordinario, sulla base dello statuto, secondo il quale il congresso deve essere convocato se richiesto da un numero di iscritti pari almeno al 10% del totale. Tuttavia, lo statuto prevede che comunque la convocazione del congresso spetti al direttivo, che ne fissa l'ordine del giorno e deve anche essere rispettata la disposizione dello statuto che fissa in tre mesi il periodo minimo che deve trascorrere tra data di convocazione e data di svolgimento del congresso, al fine di garantire il necessario dibattito precongressuale. Per far conoscere le diverse posizioni si devono organizzare assemblee congressuali di azienda e interfabbrica nelle quali siano presentate le varie proposte e sia consentito ai lavoratori/trici di esprimersi liberamente su di essi
Sappiamo che in occasione della raccolta di firme è stata indicata la data del 17 aprile per il congresso straordinario, ma è evidente, per i motivi statutari sopra illustrati che in quella data potrà tenersi solo una riunione di discussione preparatoria del congresso provinciale già convocato per il giorno 8 maggio 2010.
Nota bene: i membri del direttivo milanese sono invitati a rendersi disponibili ad un confronto per verificare l'elenco degli/lle iscritti/e e per concordare date delle assemblee e scadenze di tutto il percorso congressuale.
Milano, 2 aprile 2010
Seg. Generale Lara Visentin

martedì 23 marzo 2010

Congresso CUB Informazione nazionale 25 giugno 2010

Verbale comitato direttivo CUB Informazione nazionale del 19 marzo 2010.

Il congresso straordinario CUB Informazione è convocato per il 25 giugno 2010

In relazione alla richiesta di congresso straordinario nazionale e locale sostenuto da alcune realtà è bene precisare che:
- sulla base dello statuto nazionale è decisivo che il diritto degli iscritti a conoscere le varie posizioni venga rispettato così come i tempi previsti (almeno tre mesi). Consideriamo forzature irregolari e da superare le riunioni tenutesi in alcune città (autoproclamatesi congresso) che potranno rientrare in un processo di regolarizzazione secondo i principi dello statuto entro e durante la riunione di confronto aperta a tutte le realtà della categoria (anche se senza statuto, non in regola con i contributi, ecc.) che proponiamo si tenga il giorno 29 marzo 2010 presso la sede di Cassina de’ Pecchi e previo invio (la settimana precedente) alla sede di via Roma 81 Cassina de’ Pecchi (Mi) fax 02 25137196 e mail infosindacale@gmail.com dei dati degli iscritti (completi in modo da poter esercitare il diritto a fargli conoscere le diverse opinioni), aziende, eventuali attività svolte e riferimenti aziendali (RSU, ecc).
- il congresso nazionale è convocato il giorno 25 giugno 2010 in sede da definire; i congressi locali si terranno a partire dal 1° maggio e durante il mese di aprile si terranno riunioni con delegati/e attivisti/e e iscritti/e per avviare il confronto su tali temi.
Il regolamento congressuale ed eventuali documenti congressuali alternativi e/o contributi dovranno pervenire entro la riunione succitata e a cura del direttivo nazionale in collaborazione con le realtà locali verranno diffusi così come sarà possibile usare per lo sviluppo del dibattito gli strumenti web e le nuove tecnologie.
Le date delle riunioni locali e aziendali dovranno essere concordate e coordinate con il direttivo nazionale in modo da consentire la presenza delle varie opinioni presenti e ai lavoratori di scegliere.
E’ utile ricordare che lo statuto che deve essere rispettato dice:
Art. 6 - Il Congresso Il Congresso è il massimo organo deliberante e si riunisce ogni 3 anni. La convocazione straordinaria del Congresso può essere richiesta dal Comitato Direttivo a maggioranza di 2/3 nonché da 3 Associazioni regionali e/o provinciali associate. L’ordine del giorno del congresso è fissato dal Comitato Direttivo e deve essere reso noto almeno 3 mesi prima della data di convocazione.
Approvato

Congresso CUB Informazione di Milano 8 maggio 2010

Verbale comitato direttivo CUB Informazione di Milano del 20 marzo 2010.

Il comitato direttivo CUB Informazione di Milano riunito il 20 marzo 2010 in sede Viale Lombardia, 20 (presenti 7 su 10). Vengono presentati due ordini del giorno che vengono votati in alternativa.

Viene approvato con 4 voti a favore il seguente o.d.g.:

Il congresso straordinario sulla base dello statuto provinciale e nazionale viene convocato tenendo conto delle proposte del Comitato Direttivo Nazionale per il 25 giugno 2010 e consegnando agli iscritti le diverse opinioni su cui scegliere.
Pertanto il congresso della CUB Informazione di Milano si propone che venga realizzato il giorno 8 maggio in sede da definire.
E’ stata fatta una richiesta di anticipare la data del 25 giugno e invitiamo il direttivo nazionale ad esaminarla.

Riceve tre voti a favore e quindi viene respinta la richiesta di realizzare il congresso di Milano il 10 aprile 2010.

Verbale a cura di Lara Visentin

sabato 20 marzo 2010

Giornata sul processo del lavoro - 22 marzo 2010

Giornata nazionale sul processo del lavoro - 22 marzo 2010

Decadenza dal diritto o decadenza del diritto

L’approvazione della nuova legge in materia di controversie di lavoro è giunta alla fase finale. In attesa di eventuali rilievi da parte della Presidenza della Repubblica, il tema appare di stringente attualità. Come Giuristi Democratici, avevamo da tempo intravisto il rischio di snaturamento del processo del lavoro che rischiava di perdere quelle caratteristiche di favor lavoratoris, per trasformarsi in un normale processo civile, con tendenza alla sua privatizzazione.
Purtroppo, come avevamo previsto, si sta realizzando proprio quanto temevamo:
- si tende a rendere apparentemente paritario il rapporto tra lavoratore e datore di lavoro, senza tenere conto della particolare debolezza del lavoratore nel rapporto;
- si favorisce il ricorso all'arbitrato privato, con clausola arbitrale da sottoscrivere addirittura al momento dell'assunzione;
- si rende più difficile l'instaurazione delle cause per licenziamento, prevedendo un termine ulteriore di decadenza dall'azione, in caso di mancata presentazione del ricorso entro 6 mesi;
- si statuisce il principio dell'apposizione delle spese di lite a carico del soccombente, anche se lavoratore;
- si esalta sempre più la valenza dei centri di certificazione della validità dei contratti ed infine, si vincola il Giudice ad un mero controllo formale delle ragioni dei provvedimenti datoriali, escludendo ogni verifica sulle valutazioni tecniche, produttive ed organizzative, che competono al datore di lavoro.
Così ridotto, il processo del lavoro é morto; pensare che il lavoratore possa liberamente discutere con il futuro datore di lavoro l'opportunità di deferire anticipatamente in arbitri anche le eventuali future questioni, ivi compreso il licenziamento e le conseguenze della sua illegittimità, é francamente illusorio; devolvere alla giustizia privata la decisione su diritti indisponibili del lavoratore é inaccettabile; ritenere il lavoratore parte di pari forza rispetto al proprio datore di lavoro é una falsità ed una follia; impedire al Giudice di valutare anche le scelte del datore di lavoro appare una aperta violazione del principio del favor lavoratoris, inserito espressamente dalla L. 533/73, ma già presente nella nostra Costituzione, fondata sul lavoro.
Abbiamo perciò indetto una giornata nazionale per il 22 marzo di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di informazione su quanto sta accadendo in tema di tutela dei diritti dei lavoratori.

http://www.giuristidemocratici.it/post/20100317083002/post_html

Pubblicato a cura CUB Informazione ( infosindacale@gmail.com )

martedì 2 marzo 2010

Cub Informazione il 5 marzo a Genova per la sentenza G8 Bolzaneto

Il direttivo del sindacato CUB Informazione riunito il 2 marzo 2010 decide la partecipazione con una delegazione al presidio davanti al Tribunale di Genova il 5 marzo alle ore 11 per la sentenza Bolzaneto. La presenza alle giornate del G8 e la violenza esercitata contro i dimostranti ha reso evidente l’uso e l’abuso del potere che si è visto anche successivamente in troppe occasioni in diverse città.


5 marzo: presidio silenzioso fuori dal Tribunale di Genova, in occasione della sentenza di appello su Bolzaneto
COMUNICATO COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA
Il prossimo 5 marzo sarà emessa la sentenza d’appello sui fatti di Bolzaneto.
La caserma di Bolzaneto durante il vertice G8 del 2001 era il luogo deputato alla consegna dei manifestanti fermati, carcere provvisorio, per la loro eventuale successiva traduzione verso le strutture carcerarie “normali”. I reati contestati a diversi elementi della Polizia Penitenziaria, Carabinieri, medici e paramedici dell’amministrazione penitenziaria, agenti e funzionari della Polizia di Stato: abuso d’ufficio, abuso d’autorità su arrestati, violenza privata, lesioni personali, percosse, ingiurie, minacce e falso ideologico. I fatti di Genova hanno sempre faticato ad uscire dal silenzio in cui l’informazione e la politica li hanno confinati. A maggior ragione faticano oggi, in un Paese che sembra sempre più sconfitto e con un’opinione pubblica sempre più distratta o indifferente. Noi pensiamo che quanto accaduto a Genova nel luglio 2001 non sia semplicemente un fatto “storico”, ma qualcosa che ci parla dell’attualità italiana. L’omicidio di Carlo Giuliani, la “macelleria messicana” della scuola Diaz, le torture di Bolzaneto sono significativi dell’arretramento del Paese in tema di civiltà e diritti. In questi nove anni l’abbiamo capito: le forze di polizia non sono interessate a rapportarsi autonomamente coi propri errori. Non credevamo però che la società avesse introiettato questa situazione come un dato di fatto immutabile, senza considerarne le conseguenze future o quelle già evidenti negli anni successivi il luglio genovese. Pensiamo anche a casi che escono dalla sfera delle lotte sociali, per integrarsi comunque con quella relativa al controllo dell’operato delle forze dell’ordine (pensiamo a Federico Aldrovandi o Riccardo Rasman) e della polizia penitenziaria (Aldo Bianzino, Marcello Lonzi, Stefano Cucchi). Forse anche questo ci dice che quanto accaduto a Genova è significativo non solo della mancanza di diritti di chi manifesta, ma di un restringimento dei diritti per tutti. Le sentenze di primo grado per i fatti della Diaz e di Bolzaneto non hanno portato ad alcun segnale, concreto, nonostante quanto indicato e raccomandato da Amnesty International: le pene inflitte non saranno mai scontate, molti degli imputati e dei condannati in questi processi sono stati nel frattempo promossi, nessuno ha subito provvedimenti disciplinari o è stato sospeso dall’incarico. Chiediamo a tutti i cittadini, a cominciare da parenti e amici di vittime delle violenze di Stato, di unirsi a noi in un presidio silenzioso fuori dal Tribunale di Genova, in occasione della sentenza di appello su Bolzaneto.
Appuntamento quindi per il giorno 5 Marzo 2010 alle ore 11,00: davanti al Tribunale di Genova via XII Ottobre
Per adesioni: info@veritagiustizia.it www.veritagiustizia.it

sabato 13 febbraio 2010

Videotime (Mediaset) verso lo sciopero del 20 febbraio

SOSTENIAMO LO STATO D’AGITAZIONE


La RSU Slai Cobas di Milano indice la ripresa dello stato d’agitazione a seguito della impossibilità di un confronto sereno con l’Azienda relativo alla prevista esternalizzazione del settore Trucco, Acconciature e Sartoria.

L’atteggiamento dell’Azienda è palesemente rivolto alla pura perdita di tempo in attesa della scadenza prevista di fine mese. I sindacati confederali mantengono un atteggiamento attendista privi di una reale strategia in difesa delle lavoratrici minacciate di esternalizzazione.

La CUB Informazione è determinata ad intraprendere tutte le azioni possibili per contrastare il piano di ristrutturazione aziendale, in difesa del posto di lavoro di tutti i dipendenti Mediaset, del loro futuro, della loro professionalità.

La CUB Informazione sostiene lo stato d’agitazione in preparazione di una giornata di sciopero per il 20 Febbraio che veda tutti i dipendenti Videotime di nuovo uniti, solidali e decisi come hanno già dimostrato di saper fare.



CUB Informazione Videotime Roma

Videotime: stato agitazione verso lo sciopero il 20 febbraio

OGGETTO: Dichiarazione stato agitazione

La RSU SLAI Cobas della società Videotime S.p.A., in seguito allo svolgimento degli incontri del 22 e 29 gennaio 2010, non ha avuto la possibilità di un confronto finalizzato ad una discussione in merito alla valutazione degli aspetti legati alla decisione intrapresa dalla società Vidoetime S.p.A., ovvero quella di “esternalizzare” i reparti trucco, acconciature e sartoria, in un contesto di cessione di ramo d’azienda alla società Pragma S.r.l..

Inoltre comunichiamo nella fattispecie le seguenti ragioni:

ESTERNALIZZAZIONE REPARTI E STUDI
Intendiamo fermamente salvaguardare le lavoratrici colpite dal procedimento di esternalizzazione in corso, così come tutti gli altri lavoratori Videotime che con il recente smantellamento dello studio 14 a Milano e gli accordi con il settore giornalistico, vedono una reale minaccia verso il proprio posto di lavoro così come la propria specifica occupazione e professionalità.
Chiediamo di rivedere la politica intrapresa dal gruppo relativa alle produzioni di format e programmi che in molti dei casi vengono affidati a società e/o personale esterno.
Intendiamo discutere del trattamento dei lavoratori delle società di service esterne cosi come le stesse società, in merito al loro inquadramento del regime ENPALS, se è vero come ci risulta, in alcuni casi, il non inserimento di detti lavoratori nel contratto CCNL - FRT nazionale.

INDISCREZIONI DELLA STAMPA
In base alla lettura di un articolo del quotidiano “la Repubblica” (articolo apparso su Affari e Finanza del 18 gennaio 2009; “Costi alti, share in calo - Mediaset deve dimagrire – Toccherà anche a Publitalia” e mai smentito ufficialmente), si evince che vi sono in corso movimenti da parte di Mediaset S.p.A. atti a sanare i costi ritenuti in eccesso e quantificabili, secondo le stime degli analisti, in un 15% della totalità dei costi sostenuti dall’azienda.
Di conseguenza questi movimenti interni, sempre secondo le stime degli analisti, indicherebbe in un immediato futuro tagli dei costi operativi stimati tra i 200 e i 250 milioni di euro.
E quindi, come recita l’articolo di cui sopra “non è purtroppo difficile ipotizzare che tra gli oltre 6mila dipendenti Mediaset ci sia un buon 10% di potenziali esuberi, rispetto ai quali i 56 del trucco e sartoria sono meno di una decima parte.”
E in questa ipotetica ma realistica situazione verrebbe coinvolta anche Publitalia e riteniamo anche la società RTI.
Tali indiscrezioni, non essendo appunto smentite ufficialmente da Mediaset, creano forte preoccupazione all'interno di tutta la parte tecnica e produttiva di Videotime.

I possibili costi che l’azienda vuole eliminare, utilizzando società esterne, si riflettono su una grande parte delle risorse interne, le quali vengono messe da parte e diventano vulnerabili a futuri processi di esternalizzazione.

Di conseguenza, non avendo avuto modo di raggiungere un confronto con l’azienda, la RSU SLAI Cobas, confermando la propria contrarietà all’operazione oggetto della decisione intrapresa da Videotime S.p.A., si ripropone di convincere l’azienda a recedere dal progetto di cessione di ramo prefissato e si rende disponibile ad esaminare soluzioni interne alternative atte allo scopo di fornire il miglior utilizzo dei reparti a un possibile piano industriale.

Al fine di mantenere ferme le nostre richieste, la RSU SLAI Cobas Videotime indicono lo stato d’agitazione a partire da oggi con l’applicazione delle relative modalità che verranno comunicate successivamente alla presente lettera. Tale stato di agitazione vedrà il suo culmine nella giornata del 20 febbraio che verrà proclamata giornata di Sciopero Nazionale dei dipendenti Videotime nel caso l’azienda non retrocedesse nei propositi di esternalizzazione. Giornata di sciopero alla quale seguiranno altre ed appropriate iniziative tese al perseguimento del nostro fine.

Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici, i delegati sindacali di tutto il gruppo Mediaset a non abbassare la guardia. Sosteniamo le nostre colleghe del Trucco, Acconciature e Sartoria. Proteggiamo il nostro futuro. Salvaguardiamo la nostra professionalità.

Milano, 03 febbraio 2010



RSU Videotime Milano
membri eletti nella lista SLAI Cobas

giovedì 21 gennaio 2010

Sciopero Mediaset il 20 gennaio

Sciopero Mediaset il 20 gennaio e manifestazione a Roma

La determinazione con cui l’Azienda intende portare a compimento la cessione del settore Trucco, Acconciature e Sartoria è la risposta più eloquente a chi ancora si chiede il perché di questa manovra.
Le stesse motivazioni apportate sono senza fondamento e la rassicurazione che non è il destino di Videotime in discussione non può che lasciare molto scettici. La stessa melodia è risuonata quando si è trattato dei colleghi di Elettronica Industriale, di RTI Music e di tutti quei settori, che a gruppi o singolarmente sono stati smembrati e poi esternalizzati. E’ una pratica ormai vecchia di anni , affiancata parallelamente da un costante lavorio atto a rendere le condizioni del mercato del settore fuori dai network a livelli da paese incivile e selvaggio. Totale deregolamentazione, pratica del lavoro nero, mal pagato, diffusione del precariato, scomparsa di qualsiasi diritto, mortificazione delle professionalità e impoverimento delle retribuzioni è la realtà fuori da RAI e Mediaset. Ridotto in maniera vertiginosa il costo del lavoro sul mercato esterno, perché continuare a pagare tasse e contributi, assicurazioni e malattie, stipendi regolati da un rapporto sindacale e da un contratto di lavoro, pensioni e trasferte a dipendenti interni. Molto più facile appaltare e lasciar sub-appaltare.
Questa la spiegazione del procedere imperturbabile di questa azienda, non si può tornare indietro sulla cessione del settore “Trucco, Parrucco e Sartoria” perché è alla cessione di Videotime e di buona parte di Mediaset che si stà puntando.
Noi siamo convinti che è possibile cambiare direzione, che l’impegno di tutti i lavoratori e le lavoratrici è determinante. Abbiamo già commesso in passato molti errori, lo stesso aver tenuto gli occhi chiusi su quello che accadeva ai nostri colleghi free-lance lo potremmo pagare gia oggi, con le esternalizzazioni in atto e quelle che potrebbero seguire. Un errore grave per noi ma imperdonabile per chi doveva tutelarci sindacalmente, esterni ed interni.
Ma proprio dall’esterno ci viene oggi lo stimolo a svegliarci finalmente. I nostri colleghi dei services esterni hanno capito che siamo tutti una unica categoria di lavoratori, impegnati e sfruttati dalla stessa industria televisiva, sia essa pubblica o privata. Sono quegli stessi colleghi , ignorati da noi per tanto tempo, che si sono costituiti in associazione, CLB-Fuori Onda, e oggi sostengono le nostre lotte anche rinunciando a quelle poche giornate di lavoro che riescono a trovare.
Un esempio di solidarietà dimenticata, perduta e che pure va riconquistata, non per semplice principio ma perché il nostro destino è comune. Chi credeva e crede di salvarsi basta che guardi alle nostre colleghe che dal 1° Febbraio potranno considerarsi precarie se noi non saremo capaci di reagire.
La CUB Informazione e lo SLAI Cobas invitano a non mollare, a non credere in possibili rassicurazioni, a non svendere i loro colleghi in cambio di una ipotetica garanzia sul futuro. Il nostro futuro si gioca qui e adesso. La direzione oggi attacca un settore piccolo ma è solo un cavallo di troia per saggiare il terreno. La risposta dei lavoratori e lavoratrici c’è stata e lo sciopero del 20 potrà essere importante. A questo deve seguire una tenuta sindacale e altrimenti dopo sarà sarà più difficile .
Ci hanno già mentito, perché dovremmo credergli ora.
La CUB Informazione e lo SLAI Cobas invitano a sostenere lo
sciopero del 20 Gennaio
e a partecipare alla
manifestazione nazionale che si terrà a ROMA
con presidio dalle 9 alle 13 in piazza Montecitorio

venerdì 8 gennaio 2010

Sciopero Mediaset 10 e 11 gennaio

La CUB Informazione e lo Slai Cobas sostengono lo sciopero di tutti i lavoratori e le lavoratrici del gruppo Mediaset a livello nazionale ed invitano i lavoratori e lavoratrici a partecipare alla mobilitazione .
Da tempo sosteniamo che oscure manovre si agitavano alle spalle dei lavoratori. Il rinvio del rinnovo del contratto integrativo è stato un chiaro segnale delle intenzioni di questa azienda.
La cessione del settore trucco, acconciature e sartoria ad una società esterna è solo il primo tassello di un domino che vedrà cadere uno dopo l’altro interi settori produttivi? Alla luce di questi avvenimenti dobbiamo chiederci se l’obbiettivo dell’azienda sia la dismissione di Videotime? O di molte parti di Mediaset?
La cessione di rami d’azienda da parte del principale gruppo televisivo privato che fa capo al Presidente del Consiglio non trova ragione in un reale stato di crisi ma in una scelta politica. Mediaset non è una azienda in crisi, se è vero che gli incassi pubblicitari sono rimasti stabili nel 2008 il fatturato ha continuato a crescere con un aumento del 4,2 %. La stessa Mediobanca prevede un aumento del titolo per il 2010. Dunque la scelta è quella, tutta politica, di fare di questo paese una repubblica non più fondata sul lavoro. Un paese in cui vada definitivamente a sparire il lavoro a tempo indeterminato, il “lavoro fisso”, la garanzia del futuro e della pensione, per lasciare posto alla totale deregolamentazione, al lavoro precario e nero. Questo il segnale che viene da Mediaset a tutti gli imprenditori del paese. Non sappiamo se l’obbiettivo finale è quello di vendere (forse già hanno venduto) Videotime o l’intero gruppo Mediaset, certo è che i segnali sono preoccupanti e che la dismissione del settore trucco, acconciature e sartoria potrebbe essere solo il primo tassello di un domino che travolgerà intere professioni, posti di lavoro, famiglie. Per questo cercheremo di fare argine ad una simile catastrofica deriva che travolgerà non solo i dipendenti Mediaset, non solo tutti i lavoratori dell’indotto che già oggi operano in condizioni da paese incivile, ma darà il via libera alla distruzione sistematica di qualsiasi garanzia occupazionale.
Lo sciopero del 10 e 11 gennaio è solo la prima risposta di protesta a cui seguiranno altre giornate di lotta che cercheremo di organizzare allargando la partecipazione a tutta la categoria dei lavoratori del Broadcast.
Lì, 8 gennaio 2010

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