mercoledì 30 dicembre 2009

Cub Informazione e congresso straordinario

Il direttivo CUB Informazione riunito il 22 -12-2009 vista la situazione straordinaria nella CUB e le importanti novità e disponibilità a percorsi unitari da parte di Sdl Intercategoriale, SlaiCobas, Snater e Or.S.A. che hanno sorpreso anche i più ottimisti e che non sono state previste da gran parte del dibattito al momento della preparazione dei Congressi di Sirmione invita le altre realtà di categoria della CUB ad aprire in contemporanea nella primavera prossima una stagione di congressi straordinari (coinvolgendo lavoratori/trici e iscritti/e e verificando le ipotesi in campo. I delegati ai congressi non dovrebbero essere in automatico quelli di Sirmione) e proponiamo di riprendere il cammino unitario o in alternativa la cessazione consensuale della esperienza della CUB con accordi tra le parti e cercando soluzioni che garantiscano continuità e il massimo dei diritti per lavoratori, lavoratrici e delegati/e a chi resta e chi va … verso l’unità con altri (con la sigla CUB Informazione se verrà confermata la attuale maggioranza e la linea di Sirmione). La CUB l’abbiamo costruita tutti insieme: non è una idea collettiva pensare che sia di proprietà di una parte. Per gli/le iscritti/e di aziende senza diritti cambiare sigla non cambia molto… ma per chi facendo sindacato si è imposto con accordi e pratiche sindacali è importante evitare di ripartire da zero. E ciò diventerà inevitabile per qualcuno se si andrà alla spaccatura della CUB.
La possibilità di unità organizzativa con chi ci sta e di un nuovo Patto unitario sulle lotte e campagne comuni è a portata di mano e quindi andrebbe superata la scelta di autosufficienza e di settarismo con proposte adeguate. Il direttivo affida a Angelo Pedrini la stesura della bozza di un testo congressuale e del regolamento (sulla base dei testi approvati a Sirmione e successivamente) che dovrà essere discusso nel prossimo direttivo del giorno 15 gennaio 2010 che si terrà in forma allargata alle città con iscritti e a chiunque degli organismi della CUB chieda di partecipare come osservatore con all’ordine del giorno anche la scelta del congresso straordinario. Proponiamo che il 30 gennaio si tenga una prima giornata di confronto aperto e di eventuale avvio del congresso straordinario. Un congresso straordinario tenendo conto del periodo natalizio e di un rapporto democratico non si può fare in pochi giorni perciò la proposta del 30 gennaio come data per il congresso straordinario è antistatutaria e non percorribile. Invitiamo le realtà locali a coordinare con il segretario gli attivi degli iscritti. Quindi ribadiamo l’invito ad essere presenti nella sede di Cassina de’ Pecchi (Mi) in via Roma 81 (raggiungibile con la MM2) il giorno 15 dalle ore 14 in poi (per chi è impossibilitato ad essere presente attiveremo il collegamento via Skype). Il comitato direttivo decide il congresso straordinario da tenersi secondo lo statuto tempo minimo tre mesi (vedi art. 6 statuto). Il prossimo direttivo varerà i tempi, il regolamento dei congressi provinciali e del congresso nazionale anche tenendo conto di eventuali contributi che perverranno. (Visti i tempi stretti la verifica delle iscrizioni è prorogata a fine gennaio 2010). E’ aperta fin da oggi la possibilità di eventuali mozioni alternative. Chi intendesse farlo tra gli iscritti potrà partecipare ed essere rappresentato nella commissione di gestione del congresso. E’ da escludersi che Tiboni e Montagnoli possano fare i garanti di alcunché visto che, tra l’altro, sono parte in causa nella esclusione della CUB Informazione dalla assemblea del 9 e 10 ottobre (quella che doveva essere il “congresso”) ma sarà gradito un gruppo di osservatori esterni delle diverse parti presenti nella CUB.
Approvato il 22 dicembre 2009

sabato 5 dicembre 2009

Secondamano e l’Ambrogino d’oro

Secondamano e l’Ambrogino d’oro.
La rivista, le lavoratrici e i lavoratori l’hanno ampiamente meritato un po’ meno i gruppi dirigenti delle multinazionali che l’hanno portata verso la crisi e la cassa integrazione.

La notizia dell’ Ambrogino d’oro (attestato di civica benemerenza alle società) a 32 anni dalla nascita del giornale Secondamano è una buona notizia.
Lo è meno lo stato in cui versa l’azienda. Malgrado ciò i proprietari di Porta Portese, Bric a Brac e Affari hanno deciso di investire nell’acquisto di Secondamano che i norvegesi di Schibsted avevano messo in vendita con l’obiettivo di rilanciare la testata.
Le multinazionali Trader e poi Schibsted hanno puntato prima all’allargamento delle testate, poi alla riduzione delle testate e hanno impedito alla utenza tradizionale di consegnare le inserzioni gratuite puntando ad accettare solo quelle a pagamento. Il lancio e gli investimenti per l’on line e internet non hanno prodotto grandi introiti a fronte di cospicui investimenti. In questo modo hanno provocato la crisi da cui sarà duro uscire. Infatti ad oggi è aperta, sulla base di un accordo sindacale, la cassa integrazione per circa 70 persone.
A Torino la filiale è stata ridotta ai minimi termini ed è in corso un piccolo tentativo di rilancio nel mese di dicembre 2009 con sconto sul prezzo di copertina, propaganda e buoni sconto.
A Milano oltre 30 lavoratrici e lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria con parziale rotazione.
L’occasione dell’Ambrogino d’oro potrebbe portare ad un momento di riflessione e di attenzione che chiediamo agli enti e alle istituzioni milanesi affinchè si attivino per possibili scelte concrete che diano prospettiva e lavoro a tutte e tutti.
Vogliamo ricordare che l’occupazione femminile è all’80% in Secondamano ed è perciò ancora più grave la perdita di reddito e di posti di lavoro che già ci vede ultimi in Europa. Lavoratrici e lavoratori e sindacati hanno proposto un’ipotesi di rilancio della testata non solo sulle attività tradizionali ma anche verso i migranti che hanno necessità di informazioni particolari e di trovare quel che gli serve al prezzo d’occasione. Il 2010 sarà un anno di crisi in cui la funzione di Secondamano potrà dare il suo contributo a chi ne ha bisogno.
Lavoratrici e lavoratori hanno necessità di un adeguamento del valore della Cigs e indennità di mobilità che copre circa il 50% dello stipendio con cui si fa fatica a campare.
Lì, 5 dicembre 2009
RSU Secondamano, Slc-Cgil e CUB Informazione
Info: Angelo Pedrini CUB 347 5400864 Giancarlo Toppi Slc-Cgil 3332569094

giovedì 26 novembre 2009

unità sindacati di base: un altro passo avanti

ORDINE DEL GIORNO CONCLUSIVO DELLA RIUNIONE CONGIUNTA
RDB, SDL, SNATER, COMPONENTI CUB, CON OR.S.A.

Le Organizzazioni Sindacali RdB, SDL, SNATER e vasti settori della CUB, nell’ambito del loro percorso di unificazione in un nuovo soggetto confederale e nazionale, pubblicamente presentato nell’assemblea nazionale di Roma del 3 ottobre u. s., si sono incontrate per definire le ulteriori tappe del percorso.
Nel corso dei lavori che si sono svolti il 25 e 26 novembre a Grottaferrata hanno incontrato una delegazione dell’Or.S.A. interessata ad approfondire e sviluppare i contenuti del processo unificante e soprattutto quelli relativi alla definizione di un progetto politico rivendicativo da offrire a tutto il mondo del lavoro al fine di allargare l’area del consenso nei confronti di tale progetto.
A tal fine RdB, SDL, SNATER e vasti settori della CUB hanno condiviso con l’Or.S.A. l’intenzione di proseguire nell’approfondimento dei processi politici e organizzativi e pertanto alle sessioni di lavoro sarà presente l’Or.S.A. con compiti di osservazione e proposta.

lunedì 5 ottobre 2009

Assemblea Nazionale CUB: o.d.g. Cub Informazione

Verbale riunione (5 ottobre 2009)

Il Comitato Direttivo CUB Informazione Italiana conferma le scelte congressuali e da mandato di continuare le azioni unitarie e la partecipazione ai tentativi in atto di costruire un nuovo soggetto sindacale ricercando dentro la CUB e con tutte le altre realtà sindacali disponibili la possibilità di costruirlo.
Approva e decide di presentare aggiornata la 2° mozione alternativa ai lavori della Assemblea Nazionale CUB del 9-10 e 11 ottobre –Milano- (già presentata dal segretario generale Angelo Pedrini e di cui si conferma la richiesta che, seppure in ritardo, venga pubblicata sul sito www.cub.it . il testo è rintracciabile sul sito: http://cubinformazione.blogspot.com/ ) e dà in particolare indicazione alla delegazione che parteciperà di proporre le seguenti modifiche all’ordine dei lavori previsto:

- la assemblea nazionale CUB del 9-10 e 11 ottobre escluda ogni modifica statutaria e si trasformi in assemblea di dibattito sulle diverse ipotesi presenti (documento di “maggioranza”, conclusioni di Riccione, Rocca di Papa e documenti seguenti, Mozione alternativa presentata da Cub Informazione, altre prese di posizione di organizzazioni CUB);
- che il regolamento della assemblea preveda per la presentazione delle mozioni il 2,5% dei delegati presenti e non il 10%;
- le organizzazioni e i delegati sono invitati a trovare una modalità conclusiva del dibattito che coinvolga lavoratori, iscritti e che porti ad una soluzione politico sindacale e al superamento della CUB in un processo di unità del sindacalismo di base attraverso la riapertura del dibattito e una conclusione (in una prossima assemblea nazionale) che veda tutte le componenti presenti e che passi attraverso il confronto e il contributo dei lavoratori ai quali spetta il compito di decidere entro tre o quattro mesi.

In caso contrario la delegazione parteciperà e contribuirà ai lavori traendone le conseguenze del caso.
Si decide di comunicare tempestivamente al Coordinamento Nazionale CUB e alle segreterie e organismi dirigenti delle organizzazioni CUB in modo da poter costruire le migliori condizioni affinché i delegati alla Assemblea Nazionale CUB abbiano tutti gli elementi per decidere e per verificare eventuali possibilità di azioni comuni con chi condividesse tali proposte.

martedì 8 settembre 2009

Sindacati di Base confronto Giovedì 10/09/2009

Ai lavoratori/trici, delegati/ e attivisti/e dei sindacati di base e non solo

Serata di confronto a livello regionale Giovedì 10 settembre dalle ore 20,30 presso la sede del Comitato Inquilini a Sesto San Giovanni in via Carlo Marx 495 in fianco alla farmacia comunale (BUS linea 53 che parte da MM1 Sesto Marelli o da MM2 Lambrate fermata davanti alla farmacia).

17 ottobre manifestazione antirazzista a Roma e 23 ottobre sciopero generale: due scadenze da preparare in modo congiunto e unitario per tentare di costruire un argine e risposte alternative di fronte alla crisi e agli accordi separati.
Le assemblee di maggio 2008 e febbraio 2009 dei/lle delegati/e dei sindacati di base come lo sciopero del 17 ottobre 2008 sono i punti alti da cui partire per rilanciare un percorso che salvaguardando il patrimonio esistente porti ad un ruolo e dia una prospettiva di incidere realmente.
Il processo in corso ha suscitato un dibattito nelle varie organizzazioni con aperture e disponibilità da una parte e con resistenze e riproposizioni dell’esistente dall’altra.
Il dibattito interno alla CUB intrecciato con la ripresa del dibattito sulla unità dei sindacati di base consegna ai gruppi dirigenti e ai collettivi nei luoghi di lavoro e ai/lle lavoratori/trici la possibilità di dare una svolta all’andazzo decennale di crescita di nuove sigle e di travasi da una sigla all’altra che non possono bastare a far cambiare le cose.
Tra i sindacati di base è aperta una discussione per un Patto di Base, un Patto Federativo, la semplice unità d’azione e un processo costituente per un nuovo soggetto sindacale che vogliamo cominciare a discutere pubblicamente.
Ma ci sono ostacoli all’unità, si va verso una seconda assemblea parziale della CUB e si rischia che ipotesi di autosufficienza portino alla separazione o al divorzio (di fatto una scissione) proprio mentre nella crisi la necessità di costruire una massa critica dovrebbe portare tutti a trovare le forme più alte di unità anche organizzative tenendo conto che le due assemblee dei delegati dei sindacati di base sulla piattaforma rivendicativa hanno trovato una convergenza e che a questo si tratta di dare continuità con campagne ed iniziative congiunte.
Su questo vogliamo avviare un confronto aperto a tutti/e per contribuire a chiarire come andare avanti ma aperto anche a chi è contrario e vuole venire a dire la sua.
L’apertura di un percorso che porti le attuali organizzazioni a rimettere e rimettersi in gioco anche con sperimentazioni e aggregazioni può essere favorito da un confronto pubblico.
Perciò si parte nella discussione sulle cose da fare insieme (e le prime sono il 17 e il 23 ottobre) e facendo il punto su alcuni problemi interni ai sindacati di base ma questo invito è rivolto a chi è già direttamente coinvolto ma anche a chi sta meditando e pensa sia utile la costruzione di un alternativa.
Da questo primo incontro vorremmo scaturisse la possibilità di una continuità nel confronto.
31 agosto 2009
info e contatti per adesioni: angelo.pedrini@tiscali.it
Angelo Pedrini 347 5400864 e Tonino Vetrano 338 9862276 (CUB Milanoest)

assemblea cub ottobre 2009: mozione alternativa

Assemblea Nazionale CUB 9-11 Ottobre 2009 (la seconda del 2009)
Mozione alternativa (bozza) :
Dalle CUB alla CUB verso l’unità del sindacalismo di base
e per l’alternativa sindacale.

Dopo i congressi delle “U” e l’assemblea nazionale (parziale) CUB di Riccione si avvicina una seconda assemblea CUB (nel 2009). Quello che continua a mancare è la scelta di un congresso che, coinvolgendo lavoratori e iscritti sulle varie ipotesi, consegni a tutti e non solo ai vertici, la possibilità di scegliere sul futuro.

La difficoltà della crisi insieme alla nuova fase aperta prima con la firma dell’accordo separato e ora con l’avvio delle piattaforme separate sul contratto dei metalmeccanici aprono una nuova stagione nella quale, per costruire un’uscita dalla crisi più favorevole ai lavoratori e lavoratrici, bisogna saper prendere atto dei limiti degli attuali sindacati di base e superarli in positivo cercando di costruire proposte alternative da portare avanti con la democrazia per costruire consenso e rapporti di forza reali e con il conflitto necessario e anche con l’uso delle nuove tecnologie (web 2.0).

Per queste ragioni è utile e necessaria la ricerca della unità tra le forze sindacali di base nate negli anni scorsi che vada oltre il patto di base. Nel frattempo vanno continuate, a tutti i livelli, pratiche di lavoro e di confronto comuni sui territori, nelle aziende, nei gruppi e settori e avviate le riunione degli organismi dirigenti congiunte affinché la discussione sul che fare possa prendere lo spazio necessario.

Il ruolo soggettivo delle diverse realtà presenti nel sindacato CUB sono fondamentali (e non può essere sottaciuto che chi si pone come un freno e con atteggiamenti settari o per paura dell’altro o perché non si vuole contare democraticamente ha una enorme responsabilità negativa). Perciò la prima assemblea nazionale parziale di Riccione del 22-23 e 24 maggio e di una seconda assemblea nazionale (parziale) a Milano il 9-10 e 11 ottobre 2009 non risolvono i problemi che abbiamo di fronte. Continuiamo a lavorare perché si realizzi un congresso di tutta la CUB e a costruire contemporaneamente insieme a chi ci sta una fase costituente per l’unità del sindacalismo di base ponendoci esplicitamente l’obiettivo di un nuovo soggetto che superi in meglio gli attuali sindacati di base (con una terza assemblea aperta anche ad altri soggetti).

La seconda assemblea del 9-10 e 11 ottobre viene convocata (con la semplice maggioranza del coordinamento del 6 maggio) ma il tentativo di una parte del gruppo dirigente cerca di predeterminare i risultati: non è previsto il passaggio della discussione tra gli iscritti di tutte le organizzazioni con le eventuali diverse ipotesi. Gli organismi delle organizzazioni potranno decidere i delegati alla seconda assemblea; dei 305 delegati solo il 12% viene riservato a RdBCUB, la bozza di regolamento prevede l’ampliamento degli organismi dirigenti con lo scopo non tanto mascherato di assegnare il 75% ad una parte e così facendo garantendosi il margine per modificare regolamento e statuto della CUB.

La seconda assemblea CUB dovrebbe proporre un percorso che porti al congresso e quindi al superamento dei doppioni interni alla CUB, la definizione di un percorso unitario con chi ci sta e un patto di base, di consultazione permanente e/o l’unità d’azione con gli altri sindacati di base. La gestione unilaterale del sito www.cub.it, la gestione unilaterale anche delle campagne e della propaganda di scioperi decisi unitariamente, così come la necessità di presentarci uniti alla scadenza del contratto dei metalmeccanici, alle elezione Fiat o Atm di Milano sono tutti elementi che dovrebbero essere risolti positivamente da chi vuole nei fatti l’unità.

Perciò abbiamo opinioni diverse su questioni fondamentali e proponiamo questo documento alternativo e chiediamo a tutta la CUB di andare al confronto congressuale sui vari testi e verificarne il consenso avendo come obiettivo passi avanti per tutti verso la unità.

La CUB è di tutti e quindi a nessuna parte può essere consentito di tentare di impadronirsene.

L’obiettivo non può essere quello di unificarsi con Sdl intercategoriale rompendo con l’area delle “U” ma è evidente che i passi indietro proposti nella relazione al congresso di Sirmione rispetto al 2003 non possono essere accettati perché così si vogliono impedire processi unitari.

A nostro avviso, l’appuntamento di ottobre può essere inteso come momento di confronto ed approfondimento della comune volontà di recuperare lo spirito unitario della CUB perché si faccia promotrice nella costruzione del grande sindacato di massa.

I congressi a Sirmione delle “U” hanno fatto registrare posizioni differenti di difficile interpretazione: Flaica mozione unitaria (che è saltata al primo direttivo nazionale. Vedi documento di Amedeo Rossi), FLMUniti una dozzina di contrari su posizioni alternative, Allca (chimici) approvate mozioni verso l’unità, CUB Tessili e Edili approvata con piccole minoranze, CUB Informazione approvata mozione alternativa (dalle CUB alla CUB…).

La gestione verticistica, insieme ai tempi stretti, hanno prodotto lacerazioni e incomprensioni tra i delegati al congresso (es. il regolamento non era stato approvato ma non era modificabile, le mozioni in alcuni casi tirate fuori all’ultimo momento, la lista del direttivo senza condivisione dei criteri, ecc.). Nei direttivi nazionali c’è stata l’esclusione dalle segreterie delle minoranze, delle aree che hanno votato contro e ciò è inaccettabile e antidemocratico ma non tutto il male viene per nuocere perché ciò potrà servire per approfondire e preparare modalità nuove e più democratiche di quelle utilizzate finora nella cosiddetta area delle “U”.

Va superata, con il confronto diretto, una convocazione unilaterale e di parte del congresso della CUB Trasporti con regolamenti che pensiamo siano totalmente da rivedere. Questi atteggiamenti verticistici hanno provocato allontanamenti e rifiuti di partecipazione che vanno recuperati. La strada non è e non può essere quella di cercare di imporre che tutti debbano portare avanti la linea (perché le altre mozioni sono state bocciate).

Non sono tollerabili accuse di antidemocraticismo a chi la pensa legittimamente in modo diverso e che rivendica la necessità di continuare a farlo per cambiare le scelte che oggi hanno prevalso in congressi a dir poco problematici.

E’ il caso di ricordare la esperienza della Fim Cisl di Milano è stata perennemente la disapplicazione della linea prevalente a livello nazionale e il tentativo di praticare la costruzione di un modo di fare sindacato alternativo arrivando a denunciare la subalternità al capitale della dirigenza sindacale nazionale, a scioperi e azioni legali contro accordi non condivisi. Perciò non è accettabile che oggi venga chiesto a qualcuno di tacere e/o di fare il contrario di quel che pensa (o sentirsi consigliare di astenersi).

La necessità di costruire una risposta alla crisi passa anche per la manutenzione straordinaria dei nostri sindacati, dalla riprogettazione di un nuovo soggetto che insieme alle lotte, alle resistenze e al tentativo di trovare obiettivi adeguati alla fase possa ricercare nuove forme e terreni di lotta senza perdere di vista il basilare radicamento nelle aziende e che sappia riproporre in concreto la democrazia attraverso la possibilità per i lavoratori di decidere e votare su piattaforme alternative, le delegazioni che vanno a trattare e sulla conclusione degli accordi. La elezione dei delegati e diritti sindacali senza discriminazione alcuna.

Tutto ciò non potrà vedere la luce senza che all’interno dei sindacati si sappia praticare la più ampia democrazia e capacità di confronto critico sulle diverse possibili esperienze e forme organizzative sulle quali siamo da oggi impegnati a produrre iniziative per favorire la crescita, il confronto e la possibilità di far maturare scelte utili e necessarie.

Perciò rivolgiamo un appello per costituire all’interno della CUB l’area “aggregazione per la unità” e invitiamo chi condividesse le idee a contattarci e segnalarci la disponibilità a firmarlo e/o comunque a far conoscere il documento anche a lavoratori e iscritti.
Angelo Pedrini, (in attesa di altri firmatari: angelo.pedrini@tiscali.it )

venerdì 24 luglio 2009

Secondamano: lunedì 27 luglio incontro decisivo

Secondamano: lunedì 27 luglio incontro decisivo per verificare il piano, per evitare i licenziamenti, per la cassa integrazione a rotazione e con integrazione al reddito e la formazione.

• Gruppi di lavoro per idee e proposte

La proposta di accelerare i tempi per la definizione di un accordo è una possibilità che dovrebbe andare di pari passo con le esigenze di lavoratori e lavoratrici.
Il piano scritto per la mobilità comprende un fritto misto in alcune aree e uno scorporo delle varie aree funzionale a individuare in parte gli esuberi. In altri casi la confusione forse è dovuta al tentativo di far tornare i conti economici ma così l’azienda, il processo produttivo potrebbe non funzionare. E’ quindi indispensabile che si mettano al lavoro gruppi di studio, di verifica del piano (costruito di corsa insieme a chi fino a ieri ha gestito e sostenuto l’online e non si è preoccupato della carta). A lavoratori e lavoratrici chiediamo di farsi avanti con idee e proposte per il rilancio delle attività; può darsi che siano in contraddizione con le scelte della direzione ma sappiamo per esperienza che loro non hanno la bacchetta magica. Un gruppo di lavoratori/trici potrebbe affiancarsi o aggiungersi alle RSU e alle organizzazioni sindacali per evitare di buttare via il bambino con l’acqua sporca e provare tutte le strade possibili per allargare le attività (riprendendo quelle vecchie e trovandone di nuove).

• Cassa integrazione a rotazione e integrazione al reddito

La legge prevede la rotazione. Un buon accordo dovrebbe escludere le zero ore per tutti e/o un massimo di permanenza in cigs (il 50% del periodo??). La integrazione al valore della cigs (minimo 780 euro e massimo 858 euro per dodici mesi e ognuno può confrontare per una calcolo sommario con il CUD la sua perdita) è una richiesta avanzata da molti in questo periodo di crisi economica. La soluzione è quella di una modifica legislativa che riporti all’80% del salario reale di ognuno la indennità di mobilità e di cassa integrazione. Nel frattempo è necessario che si avanzi a livello aziendale la richiesta di integrazione del salario mancante. Nel caso di 70 persone in cigs ogni 100 euro di integrazione la direzione spenderebbe 7.000 euro … non sono cifre folli considerando che il numero potrebbe parzialmente decrescere… e considerando la difficoltà a trovare posto di lavoro l’investimento per evitare drammi e difficoltà ai bilanci famigliari è una importante componente sociale. Non pensiamo che l’investimento debba essere dirottato solo sull’incentivo per chi se ne va.
Naturalmente una buona rotazione consente di guadagnarsi una parte di reddito intero che quindi compensa parzialmente le perdite di una eventuale cigs a zero ore. In ogni caso andrebbero salvaguardati ferie, 13esima e premio di giugno per intero.



Perché in tutti reparti si può fare la rotazione?
La direzione, la Confindustria sostiene la rotazione possibile se le esigenze tecniche produttive lo consentono. La formula è generica e non vincolante e quindi insufficiente.
Quel che è certo che la cassa a zero ore risulta una discriminazione impugnabile legalmente se è ingiustificata.
Non bastano i criteri della lettera della mobilità che vengono superati dall’utilizzo della cassa integrazione e quindi si deve rivedere il tutto con un'altra ottica.
• A parità di livello non ci può essere una giustificazione contraria alla rotazione;
• per chi ha cambiato mansione e funzioni negli anni questo può costituire un elemento utile a favorire la rotazione.
• La cassa integrazione può essere a rotazione mensile o settimanale per una parte dei lavoratori e delle lavoratrici e per altri/e può essere nella giornata (una la mattina e un’altra il pomeriggio; in azienda vedi centralino ecc. ci sono già postazioni dove ciò è praticato).
• Nel caso di un reparto di 4 lavoratori per i quali sarebbe prevista la eliminazione della mansione si aprono scenari diversi: a) verifica se sia proprio necessario e giusto la totale eliminazione; b) altre attività simili esistono e sono svolte da altri reparti con i quali si può ruotare; c) ci sono reparti come il call center con un organico ampio che potrebbe incorporare previo addestramento o formazione necessaria altri 4 lavoratori ed essere coinvolto in quanto reparto dalla cassa integrazione a rotazione. E questa mobilità va studiata ma normalmente c’è stata una mobilità fra vari reparti che è servita alla azienda e che in questo caso consente di evitare la cassa integrazione a zero ore per alcuni (che non sono responsabili del negativo andamento aziendale perciò è sbagliato e discriminante che ricada soprattutto su alcune aree il rischio e le perdite della cigs)

• La formazione uno strumento per favorire la ricollocazione?

Durante il periodo che non sarà breve di permanenza in cigs si dovranno costruire percorsi ad hoc in collaborazione con le istituzioni con particolare riferimento al personale femminile anche perché in Italia abbiamo la % più bassa di occupazione femminile d’Europa.

• Un criterio generale di non discriminazione e di parità

Ammesso che in alcuni reparti c’è la necessità di superamento di quelle attività non può essere scaricata sui lavoratori presenti oggi la causa della crisi e le negative conseguenze economiche e di rischio del posto di lavoro. La mobilità orizzontale e di reparto invocata come disponibilità da parte delle aziende può essere l’occasione per ridistribuire solidalmente le attività residue necessarie. Perciò oltre al principio della buona fede e della correttezza si tratta di inserire nell’accordo principi di salvaguardia per tutti ed evitare la discriminazione della cassa integrazione a zero ore.

Lì, 23 luglio 2009

giovedì 16 luglio 2009

100 licenziamenti alla Ocè Italia

Ocè Italia dichiara lo stato di crisi con
100 licenziamenti su 560 lavoratori.
Gli azionisti vogliono più soldi.. i lavoratori perdono il posto di lavoro

La crisi generale e le ristrutturazioni, di cui in parte approfittano diverse aziende, hanno portato alla ribalta argomenti che devono trovare una concretizzazione nazionale con leggi ma anche negli accordi aziendali: blocco o sospensione dei licenziamenti e soluzioni alternative come i contratti di solidarietà e la cassa integrazione a rotazione con integrazione del reddito.

In particolare, nel piano proposto dall’azienda, in molte realtà non sono convincenti i numeri mentre in altre, tenendo conto di una riduzione delle attività, si potrebbero usare i contratti di solidarietà: ad esempio ciò è possibile nelle aree dei tecnici ma anche nella sede di Cernusco sul Naviglio dove sono previste perdite occupazionali importanti e in particolare di lavoratrici.

Ancora una volta, nel bel mezzo della crisi generale che qualche conseguenza la provoca anche in Ocè, si sommano situazioni particolari di mancanza di carichi di lavoro e di fine commessa ma quel che non sta in piedi è il piano generale con i 100 licenziamenti.

La direzione, consapevole che possono essere solo una quindicina i cosiddetti prepensionabili che potrebbero essere attratti dal “bonus”, ha in mente un taglio drastico per arrivare a ridurre i costi di 100 persone con l’uso della cassa integrazione straordinaria .. e poi fuori con il licenziamento in mano. Altri impegni generici e non vincolanti. L’uso di altri strumenti come la formazione o la ricollocazione devono essere elementi certi che prevedono il passaggio da posto di lavoro a posto di lavoro.

La CUB Informazione e la FLMUniti-CUB propongono, perciò, a lavoratrici e lavoratori una linea sindacale che imponga alle aziende di tenere conto della responsabilità sociale per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti.

In diverse aree sono presenti interinali (a somministrazione) e tempi determinati che sono utili e necessari e che, perciò, dovrebbero trovare, in una sanatoria con le assunzioni, la possibilità di evitare di essere discriminati nell’uso degli ammortizzatori sociali.
La possibilità di portare avanti delle proposte diverse da quelle che ha in mente la direzione dipende anche dalla forza sindacale (che si misura anche con gli iscritti) e dal sostegno alle proposte alternative.

Andremo all’incontro in Unione Grafici il 23 luglio per portare queste ragioni ma senza la lotta non ci regaleranno nulla.
Lì, 16 luglio 2009

76 licenziamenti a Secondamano, Milano sciopera

Editoriale Secondamano srl: la nuova proprietà ha avviato i licenziamenti collettivi per 76 lavoratori e lavoratrici su 161 dipendenti.
No ai tagli drastici della occupazione.
Si a strumenti alternativi per salvare la occupazione come i contratti di solidarietà e la cassa integrazione con la salvaguardia del reddito.

Oggi sciopero di un 'ora dalle 11,30 alle 12,30 con assemblea nel parco in fianco alla sede (la direzione non ha concesso la sala). Domani tocca alla sede di Torino con 4 ore di sciopero

La procedura aperta prevede di fatto la chiusura della sede a Torino con 33 licenziamenti su 37 presenti e a Milano 43 licenziamenti su 124 dipendenti. La nuova proprietà ha ereditato dal gruppo Schibsted (norvegese) una situazione aziendale delicata e complicata nonostante negli ultimi 18 mesi oltre 50 persone abbiano lasciato l’azienda…
La necessità di abbandonare e/o ridurre alcune funzioni online o altre superate perché legate alle necessità della multinazionale deve portare ad un confronto sul piano di rilancio della storica testata.
Il piano dovrà tenere conto delle attività utili e necessarie, il ripristino e /o il rilancio di attività abbandonate e la ricerca di nuove attività per dare stabilità ai prodotti, all’azienda e alla occupazione.
La grave crisi generale che si somma alla crisi aziendale non può e non deve portare alla soluzione estrema dei licenziamenti di cui alcune forze sindacali compresa la CUB chiedono la sospensione o il blocco degli stessi.
La Costituzione prevede un ruolo sociale delle aziende che si dovrebbe vedere nei momenti difficili con azioni che evitino tagli occupazionali.
Le leggi esistenti prevedono la salvaguardia occupazionale attraverso i contratti di solidarietà e/o la cassa integrazione a rotazione a cui si può aggiungere percorsi di formazione e riqualificazione.
Ma il futuro va gestito con il passaggio da posto di lavoro a posto di lavoro.
A maggior ragione ciò va attuato in un‘azienda con prevalenza di lavoratrici donne (circa 80% e con il 37% di dipendenti a part time).
Governi, istituzioni e sindacati chiedono e si appellano alle azioni necessarie per far uscire l’Italia dagli ultimi posti per la occupazione femminile. Quel che serve sono fatti concreti che non lascino sulla strada lavoratrici e lavoratori.
Andremo all’incontro in Unione Grafici il 17 luglio per portare queste ragioni ma senza la lotta non ci regaleranno nulla. Lanciamo un appello ai nuovi proprietari (che posseggono a Roma Porta Portese, a Napoli Bric a Brac e a Genova Affari) ad evitare la mano pesante e a trovare soluzioni alternative ai licenziamenti.

lunedì 8 giugno 2009

Schibsted ha messo in vendita Secondamano

Lettera aperta agli acquirenti e alla città.

Siamo Lavoratrici (80% della manodopera), lavoratori e sindacati Slc-Cgil e CUB Informazione presenti in azienda e ci rivolgiamo ai potenziali acquirenti, alle istituzioni e alla città per dire la nostra sul possibile futuro di Secondamano.
La società vale non solo per il marchio o per le professionalità che esprime. E’ nostra convinzione, e su questo Vi chiediamo di riflettere, che la testata e il servizio (gratuito) che ha sempre offerto alla cittadinanza rappresentino un valore sociale altissimo.
Gli inserzionisti privati sono sempre stati la colonna portante del nostro giornale; quella che ci ha permesso di resistere alla concorrenza e di suscitare interesse negli imprenditori che hanno nel tempo trovato in noi un veicolo per le loro attività di compravendita.
Milano non dovrebbe perdere una testata storica.
E proprio per questo chiediamo ai nuovi compratori e alle istituzioni che la acquisizione avvenga con un piano di rilancio/riorganizzazione, per il settore cartaceo, delle funzioni principali: il recupero delle inserzioni gratuite, la raccolta diffusa sul territorio (reintegrando le edicole, ampliando gli sportelli ecc.); la verifica della fattibilità di spazi ad hoc per i migranti potrebbe essere un’ulteriore fonte di sviluppo sia economico che della funzione sociale che storicamente ci contraddistingue.
Naturalmente il sito internet: www.secondamano.it , l’online va mantenuto e sviluppato per l’importanza sempre maggiore che assumerà nei confronti della testata cartacea tradizionale.
Un commento sul ruolo delle multinazionali: Trader.com ha ampliato a dismisura il numero delle testate, anche senza pubblico, depotenziando e impoverendo le testate trainanti; tutto ciò è stato fonte forse di finanziamenti e di “aumento tossico del valore della società e del gruppo” in previsione di una sua vendita (oltre che di bonus esagerati per il management).
L’acquisizione da parte di Schibsted delle testate europee e sudamericane, per le quali secondo il nostro parere è stato pagato un prezzo “esagerato”, è avvenuta senza comprendere le loro specificità.
E’ il caso del nostro paese: scelte sbagliate e avventate hanno prodotto difficoltà ed errori colossali che sono alla base della grave situazione economica in cui ci troviamo.
Lo svuotamento quasi totale delle potenzialità e specificità del prodotto cartaceo (che rappresenta ancora i 2/3 del fatturato totale), la chiusura e la vendita delle testate locali (Bologna, Parma, Piacenza, Ravenna, Ferrara e Lugano) e di Più Case, un piano di investimenti unicamente rivolto allo sviluppo dell’on line, i costi sostenuti per l’introduzione di applicativi e tecnologie varie che si sono rivelate inadeguate ed evitabilissime, una politica di bonus al management anche quando i bilanci dicevano quel che dicevano si sono intrecciati con gli effetti della crisi internazionale.
Questo ha portato alla situazione odierna, rendendo difficile la vendita della società.

Quello che chiediamo agli interessati all’ acquisizione di Secondamano, è di pensare a valorizzare l’idea originaria di queste testate siano esse cartacee od on line.
E’ attorno a questa esigenza sociale che il “cliente “delle inserzioni gratuite e/o a pagamento può essere interessato a pubblicare ancora per molto tempo

Milano, primavera 2009
Rappresentanze Sindacali Unitarie
(Daniela De Antonellis, Roberto Campolunghi e Sonia Montauto)
Sindacati Slc-Cgil e CUB Informazione
(Giancarlo Toppi e Angelo Pedrini)

lunedì 6 aprile 2009

Oce' Italia: cassa integrazione. Perchè? Per chi?

Ocè Italia: cassa integrazione ordinaria (Cigo). Perché? Per chi? Quanto pesano i sacrifici per lavoratori e lavoratrici??

La direzione ha interrotto un confronto su eventuali tagli perché la casa madre non aveva deciso quanto mettere a disposizione per gli incentivi.. (hanno altri problemi più grossi e l’Italia vale solo il 3,2% della Corporation). Cosa dobbiamo pensare che ora la cassa integrazione ordinaria è un modo per risparmiare, prendere tempo e torneranno alla carica??

La ipotesi in discussione prevede 8 ore di Cigo a settimana per circa 350 lavoratori dei 540 dipendenti (esclusi venditori e similari e alcuni centri B.S. che hanno particolari carichi di lavoro). Quel che dovrebbe essere ovvio è che prima di andare in cassa integrazione si devono verificare i carichi di lavoro ed evitarla il più possibile (e potete contattarci se ritenete ci siano forzature ingiustificate per intervenire ed evitarla e/o contestarla). Si cerca di far passare un discorso che con 4 giorni di lavoro e la cassa integrazione a rotazione si possono soddisfare le necessità dei clienti e delle attività … ma allora stabilizziamo con la riduzione dell’orario di lavoro in via definitiva la settimana di 4 giorni lavorativi a parità di retribuzione.

In molti dicono che nessuno verrà lasciato indietro… ma con 4 giorni di cassa integrazione al mese ovvero 32 ore retribuite a circa 5 euro ora le perdite economiche saranno diverse centinaia di euro… al mese.

Ed è per questo che chiediamo anche nello sciopero generale in preparazione con manifestazione al Pirellone che la integrazione salariale ritorni ad essere realmente l’80% dello stipendio e non le 850 euro nette al mese attuali.

La multinazionale risparmierà oltre 500mila euro di stipendi e per molti aumenterà la fatica di arrivare a fine mese. Lo strumento della cassa integrazione ordinaria è utile e necessario in caso di cali di lavoro (la crisi è abbastanza grave se sia la Confindustria che la Cgil vorrebbero estenderla da un anno a due anni..).

Quello che non va è che non si preveda la garanzia del pagamento integrale della 13esima, delle ferie, ecc e che non si preveda l’integrazione all’80% dello stipendio a carico della direzione in attesa che arrivi la legge a livello generale (il che comporterebbe che anche le aziende sarebbero interessate a spingere il governo per aumentare il valore della integrazione salariale). Oppure si dovrebbe fare come in altre aziende che i dirigenti si autotassano per fare una cassa di solidarietà per chi non lavora tutto il mese? Cercare di imporre miglioramenti della integrazione salariale in ogni azienda è compito fondamentale che aiuta la vertenza generale per migliorare gli ammortizzatori sociali. Questa richiesta a parole è sostenuta sia dalla Cgil che dalla Fiom ma non pare che in Ocè per ora si stia tentando di renderla concreta. Noi crediamo si debba continuare a fare pressioni in tutti i modi (evitando la Cigo dove è possibile e migliorando l’accordo con la clausola della integrazione dello stipendio).

Per chi volesse fare due conti può provare a dividere il proprio stipendio netto x 173 ore e vedere quale è la paga oraria netta… con le 850 euro della Cigo diviso 173 viene 4 euro e 91 centesimi… calcolate le ore di cassa integrazione mensili 32 ore circa per la differenza e avrete la perdita a cui si somma un altro 8,33% per la perdita in % della tredicesima e non sarebbe finita…

Se volte provare ecco uno schema base…

Stipendio netto/173 = paga oraria _______ meno

Cigo 850 euro netti/173= paga oraria 4,91

Perdita oraria ________ per

32 ore mese ________ totale perdita

E non dimenticare che ferie e tredicesima sarebbero compresi nelle 850 euro mensili..

per le considerazioni svolte fin qui crediamo che

l’accordo così com’è non vada approvato (Votate no o astenetevi) e sappiate che non tutto è perduto… per avere la integrazione salariale si può battagliare anche cammin facendo e per evitare la Cigo ci si deve organizzare e andare a lavorare se il lavoro c’è… altro conto è la rotazione possibile.

A buon rendere

Lì, 6 aprile 2009